Roberto Bandinelli, classe 1945 nasce a Roma dove inizia a lavorare nel cinema da giovanissimo, seguendo l'insegnamento del padre direttore di fotografia. Per trent'anni cineoperatore nei servizi culturali della Rai ha l'opportunità di conoscere molti artisti e gionalisti del suo tempo, Nanni Loy con cui collabora in "viaggio in Italia di seconda classe" Andrea Barbato con le sue "cartoline", Nicola Caracciolo nei reportage americani, Folco Quilici, nei documentari in Senegal. Nel 1964, a soli 19 anni, fa parte della troupe che realizza in camera-car il documentario per l'inaugurazione dell'Autostrada del Sole da Napoli a Milano. Sono gli anni in cuila Rai comincia a entrare in tutte le case e a raccontare, con giornalisti del calibro di Sergio Zavoli, Mario Soldati e Ugo Gregoretti i profondi cambiamenti che stannoa vvenendo nel Paese. Testimone del periodo pioneristico di una Rai-radio-televisione italiana che con un solo canale in bianco e nero e i suoi caratteristici automezzi azzurri e argentati sguinzagliati sulle strade del boom economico, si andava affermando, anche come mezzo per unificare concretamente il Paese, negli anni '90 Roberto Bandinelli lascia l'Azienda per dedicarsi, insieme alla sua companga, all'organizzazione di grandi eventi culturali, passione che coltiva da sempre. La sua è una vita avventurosa, ma non ama molto parlare di sé perché "è una cosa che in genere fanno i vecchi!" Dice di aver girato il mondo soltanto in lungo, perché per girarlo anche in largo non gli sarebbero bastati i soldi. E' uno dei pochi italiani che non strimpella la chitarra e non parla di calcio con il barista quando va a prendere il caffè.