Angelo Balestri Aurora Boreale

Nel romanzo, e questo costituisce un elemento di novità, la vicenda è ricostruita attraverso le parole di un io narrante al femminile. La protagonista del racconto è infatti una ragazza appena uscita dall’adolescenza che la buona conoscenza della lingua tedesca, le esigenze economiche della famiglia e anche il desiderio di recare un contributo alla Resistenza inducono ad accettare un lavoro come dattilografa presso gli occupanti. Posizione certo ambigua, da “collaborazionista”, agli occhi di chi non sa che battere a macchina documenti riservati le permette di far conoscere ai partigiani con cui collabora le prossime mosse del nemico in una partita a scacchi che potrebbe avere come posta le sorti della guerra.

La piacevole pausa fu interrotta dall’arrivo nel locale di un gruppo di soldati tedeschi, che si sistemarono a un tavolo vicino al nostro e chiesero da mangiare all’oste. Girando leggermente la testa verso di loro, potei notare i fucili Mauser Karabiner 98 kurz che portavano con sé. Il modello era caratterizzato da un meccanismo ad otturatore girevole e derivato dalla versione utilizzata nella Grande Guerra, sebbene fosse stata ridotta la lunghezza della canna e migliorata in ogni altro aspetto. Insieme al mitra MP 40 era l’arma d’ordinanza dell’esercito tedesco. Preoccupato, Andreas, sottovoce sussurrò: “Resta calma, non farti innervosire dalla loro presenza.”
“No, tranquillo, è solo che speravo che questo villaggio fosse uno dei pochi a non dover subire l’occupazione, almeno in apparenza.”
“Tu non pensarci, tanto non possiamo farci niente.”
Appena finito di bere, decidemmo di andarcene, anche perché l’aria con i nuovi arrivati era diventata irrespirabile.
Una volta fuori, prendemmo i nostri sci e optammo per fare una passeggiata sul lungomare. Notammo subito che vi erano più truppe di quante ce ne fosse bisogno; vero che gli invasori presidiavano tutti i punti nevralgici, ma erano comunque troppe rispetto alla norma. La risposta saltò fuori pochi minuti dopo quando dall’insenatura del fiordo apparve una nave di dimensioni notevoli. “Ora capisco il perché della presenza di tutti quei militari in paese. Si stavano preparando a mettere in sicurezza l’area per l’arrivo di quell’unità” affermò mio fratello. Nello stesso momento, ipotizzai: “Si tratta della Prinz Eugen?! Non sapevo l’avessero portata qui.” Lui suggerì: “Guardala meglio: la classe è la stessa, ma osserva attentamente la prua.” Riflettendo un attimo, mi corressi: “L’Admiral Hipper! Non era in Atlantico? Cosa ci fa da noi?!”