Lucifero, il giovane capitano del castello di Cappiano, dominio di Fucecchio, è un aitante cavaliere, un abile cacciatore e un tenace difensore dei diritti del suo popolo, genuino come la terra che abita. A lui bastano poche cose per essere felice: il buon cibo, la compagnia dell’inseparabile amico Floriano e l’amore di donna Natalia, la temeraria spagnola che ha sfidato le ire del papa pur di stargli accanto. Ma più di tutto Lucifero ama la pace, e vorrebbe assicurarla alla sua piccola Cappiano, costantemente minacciata dalle guerre tra le grandi Firenze, Pisa e Lucca e dall’avidità dei signorotti locali. Così, suo malgrado, si trova coinvolto in una battaglia dopo l’altra: dalle mura di Firenze alle prigioni di Roma, dalle feste di Valencia alle rive della Gusciana, che forse celano un prezioso tesoro… Ogni volta con le sue geniali strategie sorprende il nemico, e ogni volta a essere sconfitta è prima di tutto l’ingiustizia, arma dei potenti. Un po’ paladino dei più deboli come Robin Hood, un po’ sconclusionato comandante come l’indimenticabile Brancaleone di Monicelli, Lucifero ha tutte le qualità dell’eroe popolare e, con le sue imprevedibili battute, la generosità e le avventure sempre al limite della commedia, non può non conquistare l’affetto di chi gli sta vicino, e la simpatia del lettore. Sullo sfondo, un Medioevo lontano e immaginario, in cui lo spirito delle Crociate, la lotta ai saraceni e gli odi feudali convivono con i moderni temi dell’ambiente e dei diritti delle donne, come nella più vivace delle tenzoni cavalleresche.
...Si chiamava Lucifero ed era stato allevato a spese della contea, in quanto la madre morì pochi giorni dopo il parto. Alcuni che avevano visto nove mesi prima della nascita, un inseguimento della giovane da parte di un cavaliere di scorta al re Enrico IV che si era fermato al castello per un paio di giorni, descrissero lo stupratore come un nobile sassone, ma niente di più. Gli orfani non venivano sradicati dalle proprie origini, ma affidati a una famiglia del posto alla quale veniva pagata una piccola somma per il sostentamento del piccolo. Compiuti 14 anni, Lucifero fu automaticamente arruolato nell’esercito della contea, che continuava a concedergli vitto e alloggio e a garantirgli una forma di istruzione. Gli piaceva scorrazzare a cavallo per la sua terra e mise ben presto in luce due ottime qualità: coraggio e attitudine al comando. Quando a 24 anni, nell’ottobre del 1098, il capitano del castello rimase soffocato da un tordo arrosto che aveva ingoiato intero, fu nominato dal conte su suggerimento del capitano d’arme. Lucifero non era un soprannome, ma il nome scelto da sua madre, che lo partorì all’alba di un giorno di luglio del 1074...
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