Questa silloge di poesie racchiude alcune riflessioni e interrogativi sullo smarrimento, la transitorietà, le contraddizioni e i timori che modellano il vivere del nostro tempo, custode del mutevole avvicendarsi delle stagioni e dei loro accadimenti voluti o imposti. L’impatto con una realtà incerta, caratterizzata da eventi distruttivi e disorientanti come le guerre, le pandemie, le migrazioni, l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, è tale da frantumare le sicurezze che si credevano raggiunte e pone nuovi dilemmi sulla ricerca di senso dell’esistere, chiamando a proiettarsi da una storia individuale in quella collettiva. Nell’anelito di riappropriarsi dell’armonia del creato e della sua interconnessione tra terra e cielo, illuminazioni universali di speranza e amore espandono la consapevolezza sia del dolore sia dell’attesa di una rinascita.
Forse l’eternità
Sull’orlo del baratro
di notti inquiete
e giorni senza sole
ombre profonde
partoriscono
spettri invisibili
e paure contorte.
Urla il cuore
al ritmo di tamburi
di guerra
sotto nuvole infuocate.
Ma oltre il ponte
che sovrasta acque
intrise di sangue
forse l’eternità
si estende ancora
per noi
tra cielo e terra
nella natura intorno.
IBISKOS ULIVIERI di Alessandra Ulivieri
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