Mirella Maria Grazia Cristaldi I racconti di Strega Palatina

“Mi racconti una storia?” Questa frase magica ha percorso il mio lavoro con i bambini e, quando sono diventata mamma, ho evitato notti d’insonnia inventando storie fantastiche per la mia bimba. Mi ha anche aperto le porte, mai chiuse a pensarci bene, alla meraviglia che scaturisce dall’ attraversare i mondi della fantasia del narrare, tenendo per mano il mio essere stata fanciulla.  D’altra parte, leggere una storia ad un bambino vuol dire creare occasioni di incontro e di intimità. Serve a dirgli: “Sono qui perché tu sei importante per me”. In sostanza lo stiamo abbracciando con le parole di un libro, trasmettendogli amore. Quest’esperienza affettiva gli fornisce fiducia nel mondo che gli sta attorno, aiutandolo nella costruzione della sua identità. Le vicende narrate lo aiutano a chiarire in modo più semplice e adatto alla sua esperienza emotiva, eventi della vita altrimenti difficili da comprendere e da elaborare. Inoltre, i libri illustrati, in particolare nella fascia prescolare, permettono all’adulto di soffermarsi sulle immagini e di dialogare con i piccoli, sollecitandone il linguaggio e la creatività. Nei racconti di “Strega Palatina” respiriamo i temi dell’amore per la natura e dell’amicizia, importanti per sviluppare le competenze psico-affettive e sociali fondamentali per un’educazione integrale e una crescita armonica. “L’unione fa la forza” parla della condivisione e del rispetto per gli altri, mentre “La Principessa delle stagioni” e “La storia delle cinque vocali” introducono giocosamente ai saperi scolastici. Tutto è condito con l’umorismo di Strega Palatina e degli altri personaggi. Le divertenti illustrazioni da colorare, che si trovano alla fine dei racconti, sono finalizzate ad accrescere le abilità artistiche e la padronanza del movimento della mano.

Le giornate trascorrevano facendo sempre gli stessi giochi… e fu così che, una mattina particolarmente noiosa, il piccolo Miù socchiuse i suoi grandi occhi scuri, aprì la bocca e iniziò a sbadigliare forte, ma così forte che uscì un suono: “AAAAAAA!”
I suoi amici si girarono a guardarlo stupefatti e avrebbero voluto chiedergli: “Miù potresti rifarlo?”
Miù continuò da sé: “AAAAAAA!”