Antonio, un uomo contemporaneo, intraprende suo malgrado un percorso che lo porta a ricercare la propria identità. La paura del buio, le continue inquietudini, condizionano pesantemente il suo riconoscersi, al punto che l’itinerario interiore risulta costellato di problemi e difficoltà.
Inconsapevole del presente, timoroso del futuro, l’uomo si muove tra personaggi carichi di mistero che contribuiscono ad alimentare la ricerca di un sentimento mai sopito, pronto in ogni momento a riaffiorare, seppure attraverso tratti d’immagini confuse.
In questo contesto, la vicinanza di un’entità cara al protagonista, svolge il ruolo fondamentale di rappresentare e consigliare la via da seguire, suscettibile di cambiamenti, ricca di sorprese, in un logico alternarsi di azioni: la partenza, il ritorno, la fuga.
Superate inquietudine e incertezza, Antonio trova finalmente nuovi spunti e intraprende il tragitto decisivo, che inizia solo nel momento in cui accetta di identificarsi nel proprio esistere.
Il viaggio si conclude quindi con il raggiungimento della serenità, che consente ad Antonio di lasciarsi andare e di partire idealmente “in una notte che non ha colore, che comincia e non finisce”.
Un violino, un pianoforte, tanti pensieri: il concerto di un uomo che non trova pace. tutto finisce per essere storia e per stimolare il racconto.
...Perche dovevo cambiare il mio panorama di una noia mortale, perché dovevo eliminare il virus che m'aveva afferrato, perché il mare aveva ingoiato tutta l'acqua lasciandomi a riva...
IBISKOS ULIVIERI di Alessandra Ulivieri
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